Il superpotere delle parole. Viaggio dal dolore alla cura (2024) di Teresa Capparelli. Recensione.

“Le parole sono armi potenti, capaci di ferire o guarire, di legare o liberare.” Con questa premessa, Teresa Capparelli ci conduce in un viaggio straordinario e intimo, che non è solo un’esplorazione del linguaggio, ma soprattutto una riflessione profonda sulle sue implicazioni terapeutiche, relazionali e trasformative. "Il superpotere delle parole" non è un semplice testo divulgativo; è una vera e propria guida attraverso il labirinto delle emozioni e delle sofferenze umane, che ci mostra come, attraverso l'uso sapiente delle parole, possiamo riscoprire la nostra capacità innata di guarire.
Linguaggio come cura e sabotatore.
Capparelli affronta il tema centrale dell’opera in modo completo in cui ogni asserzione viene avvalorata dall'esperienza clinica e soprattutto dalle proprie esperienze e di come lei in prima persona ha ricostruito dalle ceneri.
Il libro si divide in capitoli che affrontano le principali tematiche dell’essere umano che poi diventano temi centrali anche all’interno del lavoro terapeutico quali: la morte, l’ansia ed il dolore, il corpo, il trauma, la violenza, la rabbia, le pressioni sociali, l’amore ed il riconoscimento, il lavoro della psicoterapia ed il superpotere della parola. Viene esposto un paradosso: il linguaggio, che da un lato è il mezzo privilegiato per la guarigione, può dall’altro diventare la prigione che intrappola l’individuo nel dolore. Le "parole tossiche", come le definisce l'autrice, sono quelle espressioni, convinzioni e narrazioni che, ripetute nel tempo, cristallizzano la sofferenza anziché alleviarla.
In che modo, allora, possiamo trasformare ciò che ci ferisce in ciò che ci guarisce?
L’autrice propone esercizi concreti, casi clinici e tecniche di ristrutturazione del linguaggio che mirano non solo a spezzare i circoli viziosi del dolore, ma anche a creare nuovi circuiti di pensiero, di percezione e di espressione. Il lettore è guidato passo dopo passo attraverso un percorso che diventa trasformativo, proprio come il lavoro di un terapeuta che guida il paziente fuori da un'impasse psicologica.
Empatia e professionalità: il binomio vincente.
Uno degli aspetti più apprezzabili del libro è l'equilibrio tra empatia e rigore professionale. Capparelli, non cade mai nella trappola di un linguaggio eccessivamente accademico o elitario, rendendo accessibili anche i concetti più complessi. Allo stesso tempo, la sua empatia emerge non solo nelle parole scelte, ma nella struttura stessa del testo: ogni capitolo sembra voler parlare direttamente all’anima del lettore, invitandolo a riflettere, a fermarsi e a dialogare con se stesso.
La forza delle parole e dei silenzi.
Capparelli ci ricorda che il linguaggio è fatto non solo di parole, ma anche di silenzi. Talvolta, ci insegna, è nel silenzio che risiede la cura più profonda, in quello spazio vuoto dove si trova il tempo per l’ascolto e la riflessione.
Un libro per tutti.
"Il superpotere delle parole" non si rivolge solo agli addetti ai lavori, ma a chiunque desideri comprendere più a fondo se stesso e gli altri. L'approccio è accessibile ma mai banale, e ogni lettore, dal professionista della salute mentale al curioso alla ricerca di strumenti di crescita personale, troverà in queste pagine una fonte inesauribile di riflessione e ispirazione.
Teresa Capparelli, ci ricorda dunque all’interno del suo lavoro il potere curativo o distruttivo delle parole. Un invito non solo a comprendere, ma a utilizzare il linguaggio come vera e propria cura, per noi stessi e per gli altri.
Recensione.
Bibliografia: Capparelli, T. (2024) Il superpotere delle parole. Viaggio dal dolore alla cura. Giunti Psicologia. IO editori.
Di Valentina Nocito
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