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Quando il cuore corre troppo: comprendere e affrontare gli attacchi di panico.

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    nocitovalentina
  • 5 minuti fa
  • Tempo di lettura: 2 min

NO PANIC!
NO PANIC!


"L’uomo non è disturbato dalle cose, ma dalla visione che egli ha di esse."

— Epitteto


Ci sono momenti in cui il corpo prende il sopravvento sulla mente, e l’equilibrio interiore sembra vacillare. Il cuore accelera, il respiro si fa corto, la realtà pare distante e il pensiero dominante è uno solo: “Sto per morire”. Questo è l’attacco di panico, un’esperienza tanto comune quanto spaventosa, che colpisce milioni di persone e che, se non compresa, può diventare una prigione invisibile.


Che cos'è un attacco di panico?


L’attacco di panico è un episodio improvviso di intensa paura o disagio, che raggiunge il suo picco in pochi minuti. I sintomi possono essere vari: tachicardia, sudorazione, tremori, sensazione di soffocamento, nausea, vertigini, derealizzazione (il mondo esterno appare irreale) o depersonalizzazione (ci si sente distaccati da sé stessi).


Molti confondono il panico con una reazione “esagerata” o “psicologica”, ma in realtà si tratta di un meccanismo fisiologico — la risposta di attacco o fuga — che si attiva fuori contesto, in assenza di un reale pericolo.


Perché succede l’attacco di panico?


Le cause possono essere diverse: un accumulo di stress, una vulnerabilità biologica, un trauma pregresso, o uno stile di vita disconnesso dai bisogni profondi. Talvolta, l’attacco di panico è come un grido del corpo che dice: “Ascoltami”.


Come suggeriva Carl Jung:  

"Ciò a cui resisti, persiste. Ciò che accogli, si trasforma."


Cosa è utile fare (e cosa no)


Cosa è utile fare:


- Respirare consapevolmente. Rallentare il respiro può aiutare a calmare il sistema nervoso. Un respiro lento, profondo, con un’espirazione più lunga dell’inspirazione, comunica al cervello che non siamo in pericolo.

  

- Accogliere l’esperienza senza giudicarla. Dire a sé stessi: “Sto vivendo un attacco di panico. Passerà. Non è pericoloso” aiuta a ridurre l’ansia secondaria, quella generata dalla paura della paura.


- Rivolgersi a un professionista. La psicoterapia, in particolare l’approccio cognitivo-comportamentale o quello integrato, offre strumenti concreti per comprendere e affrontare il panico.


- Mantenere una routine sana. Alimentazione, sonno e movimento fisico incidono profondamente sulla regolazione emotiva.


Cosa non è utile fare:


- Evitare i luoghi o le situazioni “associate” al panico.

L’evitamento rafforza l’idea che quelle situazioni siano pericolose, creando un circolo vizioso.


- Cercare di “controllare” l’attacco.

Il controllo è spesso una risposta ansiosa che alimenta l’ansia. Paradossalmente, accettare ciò che si sente aiuta a farlo passare prima.


- Medicalizzare senza comprendere.

I farmaci possono aiutare in una fase acuta, ma da soli non risolvono le cause profonde del malessere perchè non insegnano a gestire la possibile crisi di panico.



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